– Ma com’è vivere di inverno a Pantelleria?
Curiosità di molti ospiti estivi dell’isola, incantati dalla luce dei tramonti, dalla profondità trasparente del mare e dalla forza del vulcano, magari ancora carichi del sapore e del gusto dei capperi, delle zucchine e del passito, bevuto fresco.
L’inverno a Pantelleria è esperienza di lentezza, di danza, di “matticata”.
La lentezza è il tempo che si ferma ed esce dalla frenesia delle scadenze e delle priorità per diventare calma, riposo, sosta.
Ma anche dialoghi lunghi, incontri non programmati, grandi aperitivi e cene.
Tutto quanto fa relazione, compagnia, racconto e anche “strascini”, senza cattiveria.
La lentezza è il tempo dell’isola che si ferma per diventare il racconto di quelle piccole cose, che sono quei “dipinti” a colori forti del dentro delle case e delle cose.
Lì dove racconto e verità vanno a patti e dove i fatti raccontati, anche se non sempre accaduti, fanno compagnia.
La danza invece è la vita nei circoli.
Ogni contrada dell’isola ha il suo circolo e concorda la sua orchestra e sceglie il giorno settimanale in cui, dalla befana a carnevale, si suona e si balla.
Compagnia e divertimento.
È il tempo della notte, che non si ferma ma si apre a ritmo di valzer, polca, mazurca.
Tutti ballano, adulti e giovani, anziani e bambini.
Ogni circolo ha i suoi soci, quelli fondatori, quelli nuovi, i familiari dei soci e anche alcuni ospiti ogni serata.
Ognuno porta qualcosa, del buon vino, dei dolci, dei panini.
Perché, ad un certo punto, bisognerà fare sosta e mangiare per avere forza di ballare tutta la notte.
E poi, alle prime luci dell’alba, bisogna rimangiare insieme, magari per attutire il buon vino che scorre nelle vene.
La notte, danzando, permette corteggiamenti ai più giovani, sorrisi e nostalgie ai più grandi, di ritrovarsi ad alcune coppie, di sentirsi ancora vivi ai più anziani.
Offre soprattutto leggerezza, divertimento, spensieratezza al peso del giorno e delle difficoltà.
Quando esci dal circolo ti senti più leggero e più contento.
Non c’è un pantesco che non sappia ballare o che non sappia mantenere con il suo piede lo stesso ritmo della grancassa.
Durante poi l’avvicinarsi dei giorni del carnevale i vestiti in maschera a tema, secondo le scelte dei circoli, la scelta delle musiche per le coreografie, il sorgere improvviso di registi e coreografi, accanto a sapienti costumisti, fanno di tutta l’isola un grande teatro a cielo e mare aperto della bellezza del carnevale.
Quando la notte della danza diventa il giorno delle maschere di carnevale, tutti godono in piazza della contentezza pantesca.
Infine la “matticata” il tempo che si fa bufera, quando nè nave nè aereo possono arrivare, e quindi non puoi far altro che rimanere sull’isola e goderti il suo inverno.